Ho ancora dei libri del 2020 da recensire, ma per ora ecco quelli di novembre

Dopo un periodo di disagio letterario in cui mi sono riletta Georgette Heyer per tirarmi su il morale – di solito la conservo per i momenti davvero bui, quindi mi sono bruciata i miei comfort books – finalmente in biblioteca (digitale) stanno arrivando dei nuovi libri!!! Questa settimana sarà intensissima [riferito a inizio mese], e probabilmente anche quest’anno non riuscirò a recensire tutto quello che ho letto…spero di riuscire a buttare giù le impressioni almeno di alcuni dei romanzi (perché ormai i saggi sono una pia illusione), e creare una compilation sette/ottobrina, giusto per recuperare qualcosina.

[Come potete intuire, la speranza si è rivelata vana]. 

E mentre tutti si affrettano a stilare una lista dei BEST OF del 2021, io ancora brancolo nel buio più totale. Anche perché, diciamolo, i WORST OF sono assai più divertenti da scrivere.

Ma procediamo, senza ulteriori indugi, con un recap velocissimo di alcune ultime letture sparse.

Dieci di Marine Carteron (Giunti 2021, 256 pagine)

Dieci

Come il titolo e la trama suggeriscono, il romanzo si basa su Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, trasformato in YA. Il romanzo scorre veloce e chi ha amato l’originale non rimarrà troppo deluso da questo…ma il finale un po’ affrettato e la mancanza di un colpaccio di scena fenomenale non ha aiutato.

Rimane una lettura piacevolissima e scorrevolissima (io la mattina faticavo a staccarmi per andare a scuola perché VOLEVO SAPERE). Rispetto alle morti “eleganti”, pulite, quasi abbozzate della Christie, la Carteron ci va giù pesante con uccisioni abbastanza macabre e truculente, roba da far invidia a Jaw (la saga di film sadici).

Uno degli aspetti che non mi hanno fatto impazzire è la casualità delle morti: nel romanzo della Christie schiattavano in ordine, dal “meno” colpevole, al “più” colpevole: qui invece le morti mi sembrano collocate un po’ a casacchio. Per di più non c’è un escalation di violenza: tutti muoiono male.

Mi conoscete, se c’è della gente che muore malissimo, lo consiglio!

Annabella Abbondante. La verità non è una chimera di Barbara Perna (Giunti 2021, 372 pagine)

Barbara Perna Annabella Abbondante La verità non è una chimera

Romanzo carinissimo, un giallo senza pretese ma molto godibile, con protagonista la giudice Abbondante. Sebbene si scada, qua e là, nella banalità più totale (lei DEVE trovare un uomo!!!), mi è piaciuto davvero tanto. Della storia mi ricordo sì e no due dettagli, ma come lettura relax è super consigliata!

Tra l’altro la protagonista, che dalle descrizioni mi pareva una donna di mezza età avviata allo zittellaggio (un po’ come le over-ventenni nei romanzi della Heyer), si scopre avere 38 anni. TRENTOTTO ANNI. Io, che già me la immaginavo come una matrona, matura e dignitosa, mi sono dovuta ricredere per una che ha qualche anno più di me (oddio anche scriverlo mi fa senso!).

Consigliato!

Saggio erotico sulla fine del mondo di Barbascura X (Mondadori 2021, 276 pagine)

Saggio erotico sulla fine del mondo

A me l’autore piace, ho anche acquistato il suo precedente saggio, ma qui mi è parso che ci fossero tante idee, purtroppo molto confuse. Nel senso: io apprezzo anche che lo scrittore abbia cercato di creare una cornice a tutte le informazioni che voleva far passare. Una cornice al limite dell’assurdo, che è quello che mi aspetto dall’autore.

Il problema è che il tema portante, il cambiamento climatico, rimane sballonzolato qua e là, sepolto tra mille aneddoti che a me sono anche piaciuti, ma che tolgono coesione e unità al romanzo.

C’è di tutto, tipo minestrone.

E per quanto mi sia piaciuto, non posso fare a meno di pensare che forse un lavoro di editing un pochino più delicato andava fatto: per un questione di eleganza.

E così il saggio/romanzo diventa caotico come la sua copertina (che, diciamolo, sembra fatta da uno completamente strafumato).

Se vi piace l’autore ovviamente lo consiglio. Se invece non conoscete Barbascura X, iniziare da questo libro potrebbe non essere l’approccio migliore per apprezzarlo appieno.

[In questi giorni sta collaborando con il Museo Egizio per la promozione del museo e della mostra Tesori Invisibili, che io ho avuto la fortuna di vedere in epoca pre-secondo lockdown. È stata l’ultima gita del 2020. Un gioiello].

Respiro di Ted Chiang (Frassinelli 2019, 352 pagine)

Respiro

Di questo autore avevo amato alla follia la raccolta Storie della tua vita, in particolare l’ultimo racconto.

Questa raccolta è carina, ma meno incisiva della precedente.

Se non conoscete l’autore consiglio caldamente la precedente raccolta, per me in assoluto una delle raccolte di racconti migliori mai letta.

Appartamento 401 di Yoshida Shūichi (Feltrinelli 2019, 240 pagine)

Appartamento 401

Una storia che sembra non portare da nessuna parte: 4 individui condividono lo stesso appartamento a Tokyo (credo).

Ognuno è un pochetto particolare, mettiamola così, finché un giorno non si accorgono che un ragazzo che nessuno conosce si è infiltrato nelle loro vite…

Lo salvo solo per il finale adrenalinico e inaspettato (oltrechè inquietantissimo).

La lettura inoltre è davvero breve, e posso assicurare che le ultime 3 pagine valgono la noia/mancanza di storia delle pagine precedenti.

L’anomalia di Hervé Le Tellier (La nave di Teseo 2021, 368 pagine)

Hervè Le Tellier, L’anomalia – Leggere:tutti

Carino. E corto (scusate, ma i mattoncini di 1000 pagine non fanno per me in questo periodo).

Il romanzo si basa su un’anomalia appunto: dopo 6 mesi da un disastro aereo che ha distrutto un aeroplano, quello stesso aereo ricompare, uguale nel cielo. Con dentro i passeggeri. Si avvia così una vicenda assurda: i passeggeri si trovano dei doppioni, doppioni che stanno vivendo le loro vite.

Alcune idee avrebbero potuto essere sviscerate molto meglio e in maniera molto più coinvolgente, ma lo promuovo per il finale, anche qui con un tocco d’angoscia e di distopia che non guasta mai.

 Radiomorte di Gianluca Morozzi (Guanda 2014, 211 pagine)

Radiomorte - Gianluca Morozzi - copertina

Qui il responso è un meh. Il romanzo ha una buonissima premessa, e per un po’ sembra mantenere alto il livello di ansia, suspence e disagio.

Una famiglia viene attirata in una radio, ma si scopre ben presto che i quattro componenti sono in realtà rinchiusi in un bunker senza vie di fuga. L’intervistatrice pare giocare con le vittime – stile Saw, l’enigmista (scusate, i miei riferimenti horror sono scarsi perchè non guardo mai film di paura, sono troppo pavida) – e ovviamente ogni membro è pieno di segreti più o meno scabrosi.

Inizio col botto, e molto molto promettente.

Purtroppo il finale delude e si perde molto dell’atmosfera di reclusione e oppressione generata.

Peccato.

Le piccole libertà di Lorenza Gentile (Feltrinelli 2021, 320 pagine)

Le piccole libertà

NO. Grosso, grossissimo NO. Non sarò spietata come avevo immaginato all’inizio solo perché nei ringraziamenti l’autrice scrive che il romanzo è basato sulla propria esperienza a Parigi nella libreria Shakespeare. Sennò sarei stata veramente kattiva.

La storia è banale: donna in procinto del grande passo va a Parigi e ci vuole rimanere. Finisce per aprire una pasticceria.

E, se si trattasse di un banale romanzetto rosa, non lo avrei bocciato. Purtroppo qui non c’è neanche un minimo di romance a salvare la situa.

C’è solo noia, con una conclusione degna di un Harmony triste: la protagonista scopre che a Parigi può farcire croissant ed essere felice. Wow.

Vorrei fare una parentesi sul classismo del romanzo: i due protagonisti – di cui ho completamente dimenticato i nomi – nonostante facciano i poveri bohemièn vivendo nella libreria Shakespeare a sbafo, in realtà provengono da famiglie molto agiate. Benestanti. Sono ricchi come Paperon de’ Paperoni.

Ed entrambi prendono vilmente soldi dalle famiglie, anche se poi magari schifano i genitori (in particolare il tizio, un’aspirante attore sfigatissimo che fa il sostenuto ma che campa grazie ai soldi di papà).

Falsi e ipocriti.

NOIAAAAAAAAAAAA.

Copertina eccezionale, complimenti a chi si è occupato della veste grafica!


Per ora concludo qui questo recap; dopo ininterrotti monologhi interiori ho deciso che di molti libri letti fornirò solo un breve elenco, per non rimanere invischiata in recensioni che si protraggono per tempi biblici.

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