Zoo book tag

Ho trovato un altro book tag!!! Non so se avete notato, ma sto scegliendo appositamente quelli più stupidi, ops volevo dire strani, perché mi danno la possibilità di ammassare una marea di cazzate in un minuscolo articolo (un po’ come il genio della lampada in Aladdin).

L’ho detto che i miei riferimenti culturali sono fermi agli anni ’90.

Appena ho scorto questo booktag (che è di 6 anni fa, ma sono dettagli) mi sono fiondata a leggerlo. Perchè se una roba è stupida, io la devo fare. È una legge non scritta.

Partiamo subitissimo e carichissimi, e già vi avverto: ci sono 20 PUNTI in questo booktag. Voi sapete che io sono capace di tirare pipponi epici su meno di 10 punti, quindi preparatevi.

Istruzioni/precauzioni per l’uso: se soffrite di insonnia, leggere anche solo parzialmente questo articolo può fare al caso vostro (se funziona lo brevetto).

Ah, il bootag l’ho preso da questo blog: https://www.chiacchiereletterarie.it/zoo-booktag/

1) Elefante: un libro enorme e pesante, tanto pesante che faticate a reggerlo fra le mani.

Ok, Sapiens entrambe le graphic novel pubblicate finora (del secondo ho parlato velocissimamente qui). Sono dei CAPOLAVORI ma per sollevarli bisogna chiedere aiuto a The Rock.

Foto storica di Dwayne Johnson, per farvi capire la muscolatura. https://en.wikipedia.org/wiki/Dwayne_Johnson

No, a parte scherzi, io ho i muscoletti delle braccia atrofizzati (pensate che a lavoro ci sono delle tapparelle vecchie, in legno, e tuttora sollevarle causa uno stiramento muscolare e la vicinanza spirituale a Quasimondo de Il gobbo di Notre Dame, mentre suona le campane di bronzo di mille fantakiliardi. Ecco, io più o meno percepisco la stessa fatica).

Nonostante il peso specifico di un atomo di uranio (spero di non fare gaffe, è quello pesantissimo vero?), li straconsiglio e aspetto con ansia e trepidazione il nuovo numero (mannaggia, nella bibliotechina in kulandia ce li avevano, sicuramente prenderanno anche il terzo volume mentre io sono rinchiusa al new job).

2) Volpe: un libro con un personaggio geniale.
Qui si potrebbero aprire mondi su libri che hanno per protagoniste persone che DOVREBBERO essere geniali, ma purtroppo si rivelano più tonte di questo koala:

Come il titolo del video suggerisce, ecco un koala tonto, che cerca, per diverso tempo di arrampicarsi sul muro dove sono disegnati alberi finti. Per saperne di più sulla tontaggine dei koala, guardare i video di Barbascura X.

Invece trovarne uno effettivamente astut* diventa assai più difficile.

Faccio la furba e parlo di due saggi, così mi salvo? Ci provo, se poi mi viene in mente anche un romanzo lo aggiungo. I due saggi in questione sono Il genio non esiste di Barbascura X e F***ing genius di Massimo Temporelli.

3) Tartaruga: un libro con cui hai fatto fatica a ingranare ma che poi ti è piaciuto.
MMMMMMMh. Adesso ho la pazienza di un bambino appena vede le giostre da lontano e gli dicono di aspettare: cioè zero, quindi appena un libro mi inizia a seccare tendo ad abbandonarlo, ma tornando indietro direi Anna Karenina. Le parti sul contadino (proprietario terriero…insomma un tizio che c’entra con la coltivazione della terra) di cui ho rimosso il nome sono una palla potente, ma la storia mi è piaciuta moltissimo e il finale è proprio come piace a me, tristissimo.

4) Cane: un libro che parla di fedeltà.

[Breve premessa: come quasi tutti gli articoli, questo l’ho iniziato eoni fa, tipo ad agosto, poi l’ho abbandonato al suo destino, e l’ho ripreso in mano per finirlo solo pochi giorni fa. Per questo si fa riferimento a letture già ultimate euscite sul blog, come La trilogia dell’Età della follia].

Io sulla fedeltà non ho niente. Tant’è che i libri e i film di solito parlano di infedeltà, mica di fedeltà. Sarà che mentre scrivo l’articolo sto leggendo la trilogia delle Piccole cose, di Joe Abercrombie, seguito de La prima legge, in cui la fedeltà è un concetto alieno, sarà che ho ancora in testa La paranza dei bambini di Roberto Saviano, dove pure la fedeltà era un concetto elastico, diciamo così, sono in crisi. Tendenzialmente quando si parla di fedeltà, lo si fa negli YA, e se siamo in territorio fantasy,rimangono tutt* fedel* solo perchè la loro fedeltà – di solito legata all’amore, ma anche all’amicizia – non viene mai testata. È il caso di Dry, dove tutt* sono scemi, e pure quelli che dovrebbero essere cattivi rimangono fedeli, ma solo perché la siccità improvvisamente si risolve, altrimenti addio.

[Tornando alle Piccole cose: Joe mi sta facendo soffrire, ma in bene, nel senso che sto soffrendo con i personaggi e per i personaggi, per quello che fanno, per quel tentativo costante di raggiungere la felicità, la pace che viene metodicamente calpestata, spesso dalle loro stesse scelte, o da persone che amano. Uno strazio. È da un po’ che dei romanzi non mi facevano stare così male (oh, vuol dire che la storia ha funzionato). Avrò bisogno di tempo per superare la conclusione].

5) Lucertola: un libro da leggere sotto l’ombrellone.
Eeeeh, chi l’ha più visto l’ombrellone da due anni a questa parte? E pure quest’anno temo che lo si vedrà solo da molto lontano – perché non esistono più le cartoline, sennò ecco dove lo vedrei. A proposito di cartoline, ma a voi non mancano? Nei momenti migliori penso di essere un’anima nostalgica, che brama l’infanzia e i suoi ricordi; nei momenti di sano realismo penso di essere scema (sensazione confermata da parentado e amicizie, che si mostrano unanimemente d’accordo su codesto punto).

Ribadisco, io l’ultimo libro letto che ricordo sotto l’ombrellone è stato Lolita (breve parentesi: su MLOL, il sistema di prestito digitale, Lolita è catalogato come “letteratura erotica”. Amicicci di MLOL, ci ripigliamo?).

Però vorrei capire: un libro da ombrellone è un libro che si svolge in estate? Va bene uno qualsiasi? Perchè allora cito Quattro amiche e un paio di jeans.

6) Pinguino: un libro da leggere sotto la neve
Vado con Pista nera di Antonio Manzini, primo romanzo con protagonista Rocco Schiavone. Ambientato in Valle d’Aosta in pieno inverno, quindi direi che sto in tema.

Ad un certo punto, lo confesso, ho abbandonato la nave: tante care cose a Rocco e ai suoi amici, ma per me è finita lì. Però ho avuto la fortuna di partecipare ad un evento con l’autore, che è davvero bravissimo e divertente, cioè ti fa venire voglia di essergli amico per uscirci più spesso. Gli ultimi romanzi con Rocco mi avevano fatto alzare parecchio le sopracciglia, ma secondo me è anche legato al fatto che al poverello chiedono di pubblicare almeno un romanzo per anno, e non è proprio semplicissimo trovare delitti + lavorio introspettivo + evoluzione dei personaggi, il tutto in pochi mesi.

7) Sogliola: un libro ultra sottile.

Qui tocca citare i piccoli libri dell’ABEditore, una CE che fa dei lavori pazzeschi dal punto di vista grafico, davvero, sono delle robe bellissime. L’unica pecca è che spesso si limitano a riproporre classici o autori un po’ defilati, o almeno storie defilate, come L’avvelenatrice di Dumas, quello che ho io. Date un’occhio alle meraviglie visive che creano: https://www.abeditore.com/

[Non so se avete notato il dettaglio: sto cercando di dare ad ogni titolo il colore dell’animale citato. Purtroppo la mia conoscenza con le sogliole si ferma a quelle della Findus impanate, quindi sono andata un po’ a casacchio sulla colorazione].

8) Leone: un libro che parla di forza.
Volevo fare la faiga e parlare di forza morale, ma non ho voglia, quindi cito Il grande Belzoni, un artista circense reinventatasi grande scopritore a cui si devono un bel po’ di scoperte egizie (per esempio, fu il primo ad entrare nella piramide di Cheope).

9) Lupo: un libro che parla di solitudine.

Into the wild. Vai, vai, amico esploratore, vai a vivere l’avventura.

Manco un inverno è durato.

10) Cavallo: un libro ambientato in un ranch o che parli di Cow boy
Mille lune
di Sebastian Barry, un romanzo letto almeno 8 mesi fa, di cui non ho mai parlato. Colgo l’occasione per parlarne qui, brevemente : Winona è una nativa americana adottata, finda piccola, dalla coppia gaya formata da Thomas e John. Piccolo dettaglio: siamo nel 1870. Negli Stati Uniti del Sud, dove le persone di colore (e i nativi) vengono trattati come sunbumani. Winona lavora come contabile per l’avvocato Briscoe, ed è molto brava. In città ha conosciuto il commesso Jas Jonski, che si è innamorato di lei e ha intenzioni serie. Winona non è sicura di voler sposare Jas, che non ha mai nemmeno baciato, e non sa davvero se le piacciono gli uomini. Ma a parte i dubbi del cuore e le difficoltà che derivano dall’essere una donna, e per giunta indiana, la vita di Winona scorre tranquilla, almeno fino all’ennesimo evento che sconvolge la sua esistenza travagliata: un giorno viene aggredita e stuprata. Se all’inizio non ricorda nulla, in seguito crudeli frammenti di memoria le suggeriscono che il colpevole è proprio il suo fidanzato Jas. Winona non se la sente di accusarlo subito apertamente: vestita da ragazzo per sottrarsi alle sue attenzioni, allora, Winona asseconda la sua sete di giustizia e decide di condurre un’inchiesta personale al cuore della società maschilista di Henry County.

E niente, mi è piaciuto, pure tanto, ma non avevo lo sbatti di recensirlo.

11) Piccioni: un libro che parla d’amore
Sono onesta, il collegamento piccione-amore mi sfugge: da quando l’animaletto più infingardo e pulcioso della galassia ha qualche legame con il sentimento più nobile dell’uomo (nobile ovviamente solo nelle parole)?

Vado con In viaggio contromano di Michael Zadoorian, edito dalla Marcos y Marcos. Una coppia di ultraottantenni un bel giorno decide di gabolare l’intera famiglia, prende e parte con il camper.

Ovviamente a casa i figli sono fuori di testa dalla preoccupazione (mi immedesimo, perchè quando vedevo mio nonno che si aggirava nell’orto alle tre del pomeriggio ad agosto con 47 gradi per “tagliare un paio di rametti”, mi saliva la Furia), ma è una storia dolceamara che mi ha commosso.

12) Camaleonte: un libro con un personaggio un po’ sfigato che cerca di mimetizzarsi con la massa.

Questo potrebbe essere il sottotitolo della mia vita, altro che del camaleonte. Beh, pure di Peter Parker alias Spiderman. O Clark Kent alias Superman. Dai, consiglio due distopie, una stra-celebre e una sconosciuta: parlo di 1984 di Orwell (nell’articolo parlo anche di un seguito, 2084, passato inosservato dai più) e Noi di Zamjatin (ingiustamente dimenticato). Di quest’ultima avevo avuto la fortuna di leggere un’edizione spettacolare, edita da Voland e tradotta da Alessandro Niero (per sottolineare l’importanza del traduttore in questo specifico lavoro, l’editore ha messo il suo nome in copertina, come se fosse un coautore, e questo spazio lo merita tutto).


13) Squalo: un libro pauroso.

La fine di Alice. Pauroso per davvero, attenzione che tratta una tematica molto delicata, la pedofilia, e non è adatto a tutt*.


14) Delfino: un libro che parla di mare o ambientato negli abissi.

Vado sul semplice con La verità del ghiaccio di Dan Brown. Mi era stato regalato alle superiorie e a volte me lo rileggo ancora, come in questi giorni di disagio e caldo infinito. Perchè io kritico il premio Nobel, ma il mio livello letterario è il caro buon vecchio Danny. Ragà, so che la storia è assurda e i protagonisti sono assurdamente faighi, giovani e secchioni, una combo tra Chris Hemswort e Alberto Angela insomma, ma mi intrippa.

Se invece vogliamo qualcosa scritto nell’ultimo periodo, vado con due titoli: La figlia degli abissi, di Rick Riordan, forse non il suo lavoro migliore, ma comunque il buon Rick mi dà gioie (romanzo di cui ho parlato in brevissimo, come il 50% della roba letta nel 2021) e La donna della cabina 10, che ricordo come uno dei primissimi titoli letti durante la quarantena nel 2020 (una quarantena infinita, due mesi e mezzo, in cui però ero riuscita a pubblicare recensioni in tempi ragionevoli).

15) Pappagallo: un libro con un personaggio petulante e che vi ha dato un po’ sui nervi.

Poveri pappagalli, che ingrato compito gli è stato affibbiato in questo booktag. Partiamo dal fatto che a me stanno sui nervi tutt*, molte volte mi do fastidio da sola, figuriamoci gli altri; è difficilissimo stabilire se sono io rompiballe (97% delle volte) o è davvero il personaggio scritto con le chiappe (3%, però leggo anche tanto trash, quindi questa divisione in percentuale potrebbe subire modifiche).

L’ho detto e lo ripeto: un posto speciale spetta al protagonista di Guida ai vizi e alle virtù per giovani gentiluomini. Ragà, quel romanzo m’ha segnata. Ce ne saranno almeno 700 peggiori, ma quello mi perseguita. Il tipo piscia in una cassettiera a VERSAILLES, e poco dopo si fa cacciare via NUDO dalla residenza.

Versailles, quella originale, non il modellino in scala.

MA COME SI FA.


16) Ornitorinco: un libro strano.

Volevo dire ancora i bizarro books, ma li ho già citati in un altro booktag e vorrei cambiare. Allora dico Temporali di Davide Morosinotto, che io non ho (ancora) letto, ma l’ho visto per caso in un blog ed è un progetto editoriale fighissimo: Davide (come se fosse il mio BFF, anzi Dave, così gli aggiungo il tocco americano, infatti si legge rigorosamente Deiv) è un grandissimo autore di romanzi per ragazzi (consiglio il Catalogo Walker & Dawn e La più grande). Ma della stessa storia esistono due romanzi, una che segue l’ordine della fabula, l’altra che segue l’intreccio (solo scriverlo ha provocato violente reazioni in tutto il corpo: ricordo l’odio di studiare la differenza alle medie e poi alle superiori).

Ma vi lascio le parole dell’autore:

Cara lettrice, caro lettore,

1) Il fatto è che sta per uscire in libreria il mio nuovo romanzo. Si intitola Temporali ed è edito da Camelozampa e, siccome è un po’ strano, se non ti racconto come funziona poi rischi di non capirci più niente.

2) Per fartela breve, i romanzi in realtà sono due. Si intitolano tutti e due Temporali (ma con due sottotitoli diversi: Intreccio e Fabula). Hanno la stessa copertina in due colori diversi. E contengono la stessa identica storia, parola per parola, virgola per virgola. Quello che cambia è l’ordine dei capitoli.

3) Il libro può essere letto in due modi. In ordine cronologico (è quello che i narratologi chiamano fabula), e se lo leggi in questo modo il romanzo è un giallo. Oppure saltando su e giù fra gli orari e le date muovendosi su diversi piani temporali, un po’ come un film di Nolan (è quello che i narratologi chiamano intreccio). E se lo leggi in questo modo il romanzo è un thriller.

Capite che figata?

Boh, io mi sono intrippata tantissimo dal progetto, per il resto non so manco che trama possa avere, ma sono curiosissima di leggerli (entrambi, così poi posso fare il paragone).


17) Cerbiatto: un libro che parli di orfani.

E sì che mi sono chiesta: “Ma che c’azzecca cerbiatto e orfano” salvo poi ricordare BAMBIIIIIII il cartone più traumatico della nostra infanzia, che parte con il povero cerbiattino che è tutto tenerello e ZAC!, a neanche metà film, schiatta la madre.

Ci credo che siamo segnati (e disturbati).

È piaciuto a tuttissimi, ma io sono arrivata neanche a metà e poi ho abbandonato, Gli inadottabili; oppure Mia mamma è un gorilla, e allora? di Frida Nilsson.

Giusto per riaprire vecchi e mai sopiti traumi, ecco il Momento che ha segnato una generazione (non mi ricordo in italiano, ma il doppiaggio inglese di Bambi è fastidioso come uno sciame di moscerini mentre pedali a bocca aperta).


18) Pesce pagliaccio: un libro divertente.

Il “divertente” è sempre relativo. Suggerisco Francesco Muzzopappa, un autore che sconsiglio di leggere in treno o in mezzo ad altri umani a meno che non vogliate essere presi per deficienti che ridono da soli (ai tempi dell’uni avevo fatto una figuraccia perché sul treno cercavo di trattenere disperatamente le risate, con il risultato che sembrava stessi ingozzandomi e soffocando nello stesso momento). Dell’autore credo di aver parlato di un solo titolo, di fatto li ho letti tutti (tranne l’ultimo, che è in lista d’attesa). Per me è stra-consigliato.

Ma anche Le mamme ribelli non hanno paura, di Giada Sundas, che io avevo letto da non-madre e mi aveva fatto ridere un sacco.


19) San Bernardo: un libro che parla di un salvataggio

La prima cosa che mi è venuta in mente è Virgilio che salva le chiappe a Dante nell’Inferno, il che la dice lunga su quanto le letture per il Dantedì mi abbiano segnata.

Poi mi è venuto in mente il salvataggio degli oceani dalle plastiche (qui e qui un paio di titoli, il secondo è anche divertente!), il che ha rimandato inevitabilmente a Greta Thunberg e agli ecologisti…insomma un loop infinito.

Però opto per Woody, di Federico Baccomo, una storia scritta molto bene, per i più piccoli (ma non solo), sulle violenze domestiche. Woody, per capirci, è il cagnolino narratore, che ci racconta la storia d’ “amore” tra la sua padrona e “Fili”, una relazione che finisce in violenza. E niente, mi ha commosso.


20) Cicogna: un libro che parli di nascite.

Ragà, visto che abbiamo parlato di nascite, ‘sto tag è stato un parto. Lungo, lungo lungo e ancora lungo. Poi io sarei capace di ricamare un poema da 5 punti, figuriamoci 20 (tant’è che avevo pensato di dividerlo in due, ma poi mi sono data una scrollata, perchè con quest’abitudine di dividere mi sembro gli autori YA che fanno trilogie infinite sul nulla). Comunque, vi rimbalzo a questi due libri, in cui si parla di famiglia con bambini: qui, in cui parlo di ben 3 titoli su famiglie originali.

E poi aggiungo altri titoli che parlano sì, di nascite, ma di nascite particolari, forse sarebbe corretto dire rinascite: Barba, storia di come sono nato due volte e La madre di Eva, che raccontano il percorso un percorso di transizione di genere.

Aggiungo infine Il bambino indaco, in cui la nascita di un figlio porta al collasso della coppia. Insomma, roba allegrella (ma il romanzo è molto rapido e scorrevole, anche perchè consta di poco più di un centinaio di pagine).


Si conclude magicamente un altro book tag, in cui come vedete ho schivato le domande, le ho malinterpretate e, insomma, ho fatto quel cavolo che ho voluto io. Ah, che soddisfazioni.

Per compilare questa lista ci ho messo 4 mesi: ho una foto del booktag appena iniziato risalente ad agosto (non so perchè avessi fatto la foto, non mi pongo mai domande sulle cose che faccio). Siamo a dicembre.

Non credo che farò un tag su prospettive/recap di lettura, perchè con i miei tempi lo inizieri adesso e lo finirei a marzo, quindi, bon.

Lascio altri classici book tag del blog, perchè è nei book tag che esprimo alla massima potenza i miei soliloqui scritti:

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