Eccoci invece con i libri peggiori. Anche qui, il parere è basato su osservazioni personali—-no, non è vero, anche su altro, ma è sempre questione di gusti. Se il vostro libro del cuore è finito in questa lista, consolatevi pensando che nella lista dei Best of c’è la Maniscalco: chiaramente ho dei gusti discutibilissimi.
- Il mistero della finocchiona a pedali di Dario Cecchini e Alessandro Mauro Rossi. Un giallo un po’ insulso, che ha come unico scopo elogiare sfacciatamente la salumeria del signor Cecchini. Va bene, ma almeno scrivi un romanzo bello!
- Dove soffia il vento di Rainbow Rowell…mamma mia, tutta la trilogia mi ha esaurito. Ma qui è colpa mia, che mi sono ostinata a leggere il terzo volume nonostante i primi due mi avessero ripugnato. Me la sono cercata.
- Scandalosamente felice di Gaia de Beaumont…una delusione. È riuscita a banalizzare la vita di Josephine Baker.
- The PROM di Sandra Mitchell, più che altro perchè sa di “vecchio”, e ci hanno fatto un film che, solo da pochi videoclip, mi sembra pataccosissimo (come il romanzo da cui è tratto).
- La confraternita delle streghe di Kass Morgan e Danielle Paige, perchè NO. Siccome sono coerente, ho già sul mio e-reader il seguito.
- Grishaverse. La prima trilogia & La duologia del Re delle cicatrici di Leigh Bardugo. La prima trilogia non è neanche brutta, ma è “vecchia”, e l’età si sente tutta. La duologia invece è riuscita nel quasi impossibile compito di rovinare Nikolai, che da pirata irriverente e principe over the top, diventa un morto di figa
ops pardoninnamorato perso di una donzella. Una tristezza infinita. Nik, ci piace ricordarti com’eri, quando avevi un briciolo di dignità e di personalità, prima di sbavare dietro al tuo generale. - La cura del dubbio di Elisabetta Romagnoli: cosa ho letto??
- Cenerentola di Fumettibrutti: cosa ho letto??
- Beate noi di Amy Bloom. Chi non ha scoperto il proprio lato gayo limonando nuda su una spiaggia negli anni ’40 del Novecento?
- Padania Blues di Nadia Busato: cosa ho letto??
- Tutto ciò che ti appartiene di Garth Greewell. Oh no, povera stella, ti sei innamorato di un prostituto che pagavi e lui non ti ricambiava. Povero caro; di lui, il prostituto che vive nell’indigenza, sbattiamocene allegramente, tanto a fine romanzo crepa male. Continuiamo a leggerci le pippe mentali del cliente facoltoso.
- Verso il paradiso di Hanya Yanaghiara. Per favore, Hanya, risparmiaci e consacra la tua esistenza ad altri hobbies che non siano la scrittura di storie d’amore gayo. Te lo chiedo per favore.
- Noi, parola di tre lettere di Maria Beatrice Alonzi: cosa ho letto??
- My policeman di Bethan Roberts: è sempre la solita storia, un amore gayo e tormentato, meglio se ci scappa anche una malattia e la morte.
- Tutte le volte che mi sono innamorato di Marco Marsullo, perchè l’autore mi piace, ma con questo romanzo la noiaaaaaa totale.
- Mente criminale. Storie di delitti e assassini di Massimo Picozzi, perchè è un saggio che non porta nessuna novità, arrabattato in quattro e quattr’otto, senza alcun valore letterario.
- Ragazza, serpente, spina di Melissa Bashardoust; anche meno, autrice, non so se il titolo sia una tua idea o dell’editore italiano, ma per la roba che hai scritto andava bene meno enfasi.
- Viola e il blu. La libertà di essere di tutti i colori che vuoi di Matteo Bussola. Una delusion, un compitino senza arte nè parte. Complimenti alla Salani per la grafica spettacolare.
- It ends with us di Colleen Hoover, perchè sì, autrice, le tue intenzioni possono pure essere buone, ma hai scritto una boiata.
Il romanzo peggiore dell’anno però è uno e uno solo:
- Mio fratello si chiama Jessica di John Boyne, perchè è aberrante, perchè vorrebbe essere un romanzo a favore della comunità trans, e invece inserisce sterotipi a manetta e continua violenza psicologica ai danni della povera Jessica. Il problema è che Boyne tenta di far passare il messaggio che va bene così, perchè alla fine tutte le persone etero e cis della famiglia hanno accettato Jessica. Wow, allora tutto a posto. E la cosa peggiore è che su goodreads tutti i commenti dei lettori italiani sono entusiasti; gli unici che lo ritengono un po’ “meh”, si basano non tanto sul come venga trattato il tema, ma sulla storia e lo stile dell’autore. John Boyne non è il primo che passa, ha venduto una barca di copie; lo scopo di questo libro è palesemente di educare i più giovani, come lo era stato per Il bambino con il pigiama a righe. Quindi, se il tuo scopo è educativo, per favore John informati e non scrivere certe robe, che non aiutano la comunità, nè i membri che sono costretti a leggersi questa favoletta in cui la persona trans è vilipesa e insultata dalla famiglia, oltre che da tutti gli altri.
Come vedete su alcune robe mi scaldo parecchio. In molti casi si tratta di delusioni, non sono romanzi atroci, ma non paragonabili ad altri lavori dello stesso autore.
Ho evidenziato l’ultimo testo e non altri sulle persone transgender perchè, per quanto in altri romanzi letti quest’estate ci fossero delle rappresentazioni inadatte, o invecchiate malissimo, gli autori erano semi sconosciuti. Mentre il romanzo di Boyne se lo sono lette tantissime persone, quindi il danno è maggiore (e poi oggettivamente, Boyn l’ha scritto con un chiaro intento educativo).
Consiglio di leggere su Goodreads i commenti delle persone appartenenti alla comunità transgender, che spiegano nel dettaglio quali siano i numerosi problemi del romanzo, e lo fanno parlando con cognizione di causa.
Ma il titolo dell’ultimo romanzo misgendera la protagonista o è una mia impressione? Dovrebbe chiamarla “sorella”. Che tristezza, dai 😕
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Si!!! Ma il problema è proprio il contenuto e il come l’autore tenta di proporre la tematica! Spiace, perchè questo romanzo ha avuto una grande eco mediatica, e una grande visibilità; altri romanzi – scritti meglio, scritti con cura – no. Per dire, la bibliotechina dove lavoravo prima aveva questo titolo (ed era una biblioteca con 20000 volumi, quindi piccina picciò).
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