Editore: Mondadori
Anno di pubblicazione: 2023
Pagine: 540 (Harry, per il futuro: 540 pagine di autobiografia solo se hai esplorato la galassia)

Essendo io pecorella che segue il gregge, ho letto l’autobiografia del principe, anzi del Prince, come riporta la copertina italiana, come il resto della mandria. Chi sono io per non seguire la folla?
È uno di quei libri per cui scindere il contenuto dallo stile è praticamente impossibile – distinzione che invece era emersa con evidenza in Open su Agassi, dello stesso autore. Segnamocelo, e andiamo avanti.
Premessa, che a quanto leggo da altri è fondamentale, altrimenti non si può proprio aprir bocca: a me non frega una cioppa dei reali, non ho mai avuto chissà quale fissazione, e della Royal Family so le cose basi.
Tipo che quest’anno è trapassata la regina. O forse è stato l’anno scorso.
Insomma, so pochino.
Su Harry e Meghan avevo già guardato la serie su Netflix che…boh, insomma, 6 puntate per dire che voi siete i più belli, i più bravi, i più perseguitati del pianeta. Ok.
No, a parte scherzi. Posso capire la fatica di vivere sotto i riflettori. Questo sì.
Posso anche capire che la posizione di erede (insomma, più o meno erede) in linea al trono sia una seccatura di proporzioni bibliche. Posso capire tantissime cose.
Ma i toni usati nella serie sono vittimistici in maniera fastidiosa. Epico il momento in cui il principe si filma sul volo privato che li porterà dalla Gran Bretagna all’America definendolo il “freedom flight”.
Harry, cucciolo, mi stai anche simpatico, ma anche meno. Non fare paragoni, non nello stesso anno in cui abbiamo visto gente affollare gli aeroporti afghani per fuggire dal regime. Dai, su, un amico che sia intervenuto e gli abbia detto “Harry caro, dai, andiamo a cercare le coccinelle invece di filmare cazzate”, no?
Esagera, pure nel libro; ecco, per esempio, come descrive la sua “fuga” dalla Gran Bretagna:
Quando mia moglie e io siamo fuggiti da questo luogo, temendo per la nostra salute mentale e la nostra sicurezza, non sapevo nemmeno se sarei tornato.
O ancora:
…come mai mia moglie e io avevamo fatto una mossa tanto drastica come quella di prendere nostro figlio e scappare lasciandoci tutto alle spalle: casa, amici, mobili?
Che, scritta così, fa pensare a migliaia di rifugiati costretti ad abbandonare le loro casette per andare incontro al nulla, non a due ricconi che semplicemente cambiano villa. Poi, sia chiaro, è ovvio che ogni casa ha un valore affettivo: per dire, se dall’oggi al domani mi dovessi trasferire, ci lascerei giù le cornee a furia di lacrime.
Però, Harry, sii serio: i mobili? Tu davvero stai facendo il pulcioso sui mobili? Che poi, viaggiando su un aereo privato non mi pare così impensabile trasportarsi qualcosina a dietro, se proprio vuoi il mio parere.
Ecco, il libro è simile alla serie tv. Non racconta niente di nuovo, ma quello che racconta, lo racconta male.
Spezzo una lancia in favore del povero cristo che effettivamente ha scritto il libro, cioè il premio Pulitzer J. R. Moehringer, che ci ha anche provato, ma non ce l’ha fatta. E non ce l’ha fatta perchè, secondo me, le uniche cose su cui ci si poteva concentrare per rendere più coinvolgente la narrazione – la perdita, il senso di abbandono e di vuoto – non sono state davvero esplorate.
Ci si sofferma su dettagi banali, insignificanti, ed emerge tutta la pochezza di Harry come essere umano.
Mi spiace quasi scriverlo, ma il libro raggiunge vette di grettezza per me allucinanti, come quando il principe si mette a commentare giornalisti autori di articoli diffamanti scritti vent’anni fa.
Ma Harry, tesoro, tutto bene?
Sul serio sprechi la tua autobiografia per insultare delle persone che hanno scritto dei pezzi offensivi (falsi e tutto quello che vuoi tu), su di te? Ma che livello di meschinità puoi raggiungere? Anche perchè lo fa senza veli, cioè i nomi non vengono scritti ma sono facilmente intuibili: quindi mi immagino orde di fan del principe che stanno insultando sui social gli autori dei pezzi incriminanti.
Ora, Harry. Magari è proprio come dici tu, che i giornalisti ce l’avevano con te. Magari non si tratta di tre stronzi che sono costretti per lavoro a seguirti e pubblicare storie per il loro giornale. Magari sono tre merde, che godono a rovinarti la reputazione.
Ma tu, sei davvero migliore di loro, che li getti in mano ad una folla – perchè il tuo libro promette rivelazioni scioccanti e noi plebei siamo attratti dalla vita mondana della nobiltà – senza neanche pensarci due volte?
Non ti dico di prendere l’high road, ci mancherebbe, ma alzarsi almeno al livello del suolo, e non scavare sotto-sotto stile talpa, sarebbe cosa gradita.
Ecco, per esempio, come si scaglia contro un giornalista che ha pubblicato un pezzo su un incidente di Harry (che lui riporta e che, devo dire, non ha nulla di sconvolgente):
Non credo di essermi mai più imbattutto in lui. Ma considerando come scriveva, penso che come giornalista sia durato davvero poco.
O ancora, ecco come definisce una giornalista che ha pubblicato un pezzo incentrato sull’uso di droga di Harry (fatto che lui smentisce, salvo poi confermare che effettivamente ha provato la droga):
A quanto capii era una persona disgustosa e spregevole. Chiunque la conoscesse concordava nel definirla una pustola infetta sulle chiappe dell’umanità, e una patetica parvenza di giornalista.
Ma Harry è convinto che la giornalista ce l’abbia personalmente con lui (non ho idea del perchè, e Harry non fornisce delucidazioni), ma si sente perseguitato:
Aveva dichiarato caccia aperta al sottoscritto e lo faceva senza scusarsi. Si sarebbe fermata solo dopo aver appeso le mie palle alla parete del suo ufficio a mo’ di trofeo.
Io sono rimasta in fissa sull’immagine delle palle appese all’ufficio, un po’ come le teste dei cervi nei rifugi di montagna. Sto ancora ridendo.
Il Palazzo però, con una mossa a sorpresa, si schiera con la giornalista. Il motivo di cotanto tradimento? Ma è ovvio, plebei, per mettere in buona luce Carlo:
Non essendo più un marito infedele, adesso sarebbe stato presentato al mondo come il tormentato padre single che deve vedersela con un figlio drogato.
E chi è la mente che si cela dietro a questo diabolico piano? Camilla! O meglio, il suo PR.
Non chiedetevi dove stia la logica, o perchè far apparire Harry in drogato dovrebbe mettere in buona luce Carlo o qualsiasi membro della famiglia reale. Harry dice che è così. Come i profeti, lui ha la Verità.
Sempre sulla stessa giornalista ritorna anche in un punto successivo – aho’ levate’ Dante, che c’hai concorrenza per il Best Rosicone Ever – perchè a quanto pare le sta proprio antipatica. La giornalista viene arrestata e Harry scrive:
Oh, che sollievo quando lo venimmo a sapere. Per noi e per il paese.
Certo, Harry, scommetto che tutto il paese era in fremente attesa dell’arresto della giornalista.
Ma passiamo oltre, quando si delinea un’altro dramma all’orizzonte: nel 2003 Harry interpreta al teatro dell’università il personaggio di Corrado in Molto rumore per nulla. Personaggio che, scopro leggendo, è un ubriacone. E quindi via con una nuova ondata di vittimismo, perchè questa interpretazione “diede alla stampa gioco facile per definire tale anche me”.
Onestamente, sarei quasi curiosa di capire quanti articoli sono stati pubblicati su questa recita scolastica, ma a sentir Harry parecchi.
Il ritratto che emerge da queste pagine è quello di un viziato scollegato completamente dal mondo, che reitera più volte ingiustizie inesistenti: leggendo il libro questa presunta rivalità con William pare stia tutta nella testolina di Harry.
Anzi, William sembra un bravo fratello, incoraggiante, una persona su cui fare affidamento. Ci dice che
a volte Willy cercava di parlare di mamma.
Ma è Harry stesso a non volere. Ma va bene, ci mancherebbe, ognuno elabora il trauma come vuole; mi fa piacere che ora Harry riesca a sciorinare capitoli interi sulla genitrice condividendoli con mezzo mondo.
Harry, dai ragionamenti che ci propone e dalle osservazioni che scrive, pare un fissato: la cosa che emerge con più chiarezza è che Harry è convintissimo di essere perseguitato da tutto e da tutti.
Soprattutto i giornalisti, che ce l’hanno a morte con lui e poi la sua compagna.
Ora, Harry. Io sono anche d’accordo che la stampa sia infima. Non venirmi però a raccontare che ha preso di mira Meghan in particolare, perchè quello che ha subito Diana Spencer, o anche Camilla, è una roba agghiacciante ed insuperabile.
Soprattutto Camilla, che da sempre è stata osteggiata. Camilla si è sopportata valanghe di merda, quindi che adesso tu arrivi a dire che il suo ufficio stampa voglia farla apparire “buona”, gettando te e tua moglie in pasto alla stampa mi pare una sonora cazzata.
Harry, sul serio. Fatti più canne, vai a fare i tour nella Savana – che grazie alla cippa, coi soldi sono buoni tutti di “aiutare l’Africa” – ma non scrivere più. Dai, rilassati, vivi sereno, ci hai frantumato i cojones che volevi stare lontano dai riflettori, e per un momento che nessuno ti caga di striscio te ne esci con una serie tv, un libro e ti fai intervistare dalla Banda Bassotti pur di avere dei riflettori puntati addosso. Suvvia, figliuolo, vai e goditi l’anonimato.
Siccome sono pazza, ma almeno voglio argomentare le cose che scrivo, adesso vi cuccate delle perle tratte da questo volume, così che anche voi possiate apprezzarne appieno l’inutilità.
Sono piuttosto confusa su alcuni commenti: inizio col dire che Harry parla bene del padre, Carlo (eh grazie alla pippa, è il re) e, se posso essere infida e sospettosa, sembra che lo faccia per ingraziarsi il futuro monarca che dovrà passargli le sovvenzioni mensili/annuali per campare.
Ma si sa che io sono una persona abbietta.
Comunque, spieghiamo subito il significato di “Spare”, che io non sapevo: spare è la riserva. C’è un motto inglese The heir and the spare, da cui è tratto l’arguto titolo, che torna con insistenza per tutto il libro.
Dunque Harry, da pagina -1 ci ammorba con il fatto che lui è solo la Riserva, mentre Willy (fastidiosissimo nomignolo con cui definisce il fratello) è l’Erede. Quindi, nella sua testa (ma solo lì), ci sono enormi differenze di trattamento tra i due, come:
La mia metà [di camera] era molto più piccola e meno lussuosa. Non ho mai chiesto il motivo, non mi interessava. Del resto, non ce n’era bisogno: Willy, che ha due anni più di me, era l’Erede, io la Riserva.
Capite fin da subito quale infanzia travagliata abbia dovuto sopportare Harry, relegato nella parte di camera più piccola, in una dimora storica di cinquanta stanze. Una tragedia.
Volevo saltare a piè pari le parti su Diana, ma mi permetto questo singolo accenno: il maggiordomo di Diana scrive un memoir ed ecco la riflessione di Harry:
Un tempo mia madre aveva definito quel maggiordomo un caro amico e si era fidata di lui. Anche noi. E adesso questo. Stava sfruttando la sua scomparsa per far soldi.
Che, per inciso, è esattamente la stessa cosa che sta facendo Harry, vent’anni più tardi.
Ma passiamo all’adolescenza turbolenta, scandita da sigarette ed erba:
…Come un robot, accettavo le sigarette che mi offrivano e, con lo stesso automatismo, ben presto passai all’erba.
AHAHAHAHAHAHAH. Io morta. Passai all’erba, con un enfasi tipo “passai al lato oscuro”.
[Notare che al principe vengono offerte le sigarette, lui si limita ad accettarle].
Siamo a dicembre del 2003, ed Harry ha trascorso del tempo in un ranch in Australia, fino a quando i giornalisti non scoprono la sua location. A quel punto si sente in dovere di allontanarsi dal ranch per proteggere la famiglia che lo ospita, perchè:
Non volevo essere la causa della perdita di una risorsa più preziosa dell’acqua: la privacy.
Sei serio, Harry? Ma un amico in America che, leggendo il libro, ti ha tirato uno scapellotto, non ce l’hai?
Ahimè, il nostro eroe è perseguitato: l’automobile di un paparazzo va a sbattere contro l’auto in cui si trova “quasi contro la portiera posteriore”. Harry subito riflette:
La mattina dopo sui giornali sarebbe dovuto uscire un articolo sul principe Harry quasi ucciso da un paparazzo sconsiderato.
Invece, no. L’incidente mortale (in cui un’auto è quasi andata a sbattere contro la portiera posteriore), viene sostituito da una storia a tinte hot del Principe che ha incontrato una modella in discoteca.
Maledetti poteri forti.
Il meglio però è quando Harry cerca di arrampicarsi su invisibili e scivolosissimi specchi per difendersi da macrocazzate che, purtroppo per lui, sono documentate. Come quella famosa volta che ebbe la brillante trovata di travestirsi da nazista. Harry era già grandicello, quindi non ci sono scuse. Ma, invece di assumersi la responsabilità di essere stato irrispettoso e inetto, decide felicemente di far ricadere la colpa su William e Kate. Sì, perchè secondo la sua versione, Harry telefona ai due per chiedere un consiglio e:
Risposero a favore dell’uniforme nazista. La affittai insieme a stupidi baffi finti e tornai a casa. Quando provai il costume entrambi scoppiarono a ridere.
E poi, insiste, il costume era ridicolo. Harry, per favore. Taci. Assumiti le tue responsabilità, non fare lo scaricabarile.
Ma vi sono picchi di poesia altissimi, come quando la ragazza di Harry va a trovarlo e, dopo una cerimonia:
Alla fine ci fu una seconda promozione, per così dire.
Perchè i due hanno fatto all’ammmore. Bravo, Harry, promuoviti.
Ma ecco un altro duro colpo da sopportare per il povero principe: il fratello, durante un’intervista, dice ridendo ai giornalisti che lui è disordinato e russa. CALUNNIEEEEE!!!! Il principe prova a contestare la battuta del fratello, ma ormai la sua reputazione è gravata da un’onta indelebile. Ride insieme agli altri, ma ora, a distanza di anni, ecco come rielabora:
…ripensandoci adesso mi domando se non ci fosse sotto qualcos’altro.
Certo, Harry, è un chiaro complotto per…boh, non so.
PROPOSTONA: ingaggiamo Harry per una nuova serie di Mistero!!!!! Invece di Adam Kadmon, Harry Kadmon.
Si prosegue tra viaggi che sembrano fighi, ma non vengono raccontati, se non per dettagli insulsi. Come quando torna dal Polo Nord e scopre che il suo membro non si è ripreso dal congelamento. E così Harry vaga per giorni:
Con i pensieri divisi tra mamma, la morte e il mio pene assiderato.
Qui Harry sta forse cercando di proporsi come autore di libri trash??? Perchè questa frase per me è TOP! Il trio “mamma-morte-pene assiderato” è qualcosa di epico.
Ma ritorniamo al vittimismo estremo, cioè la spiegazione di quella volta in cui, a Las Vegas, Harry si trovò biotto mentre giocava a biliardo: anche qui la colpa è di tutti, dal concierge alle luci straboscopiche, tranne che sua, nonostante l’idea dello strip pool venga da lui. Lui si denuda davanti a ragazze che non l’hanno mai visto, poi va a casa a piangere perchè le sue foto sono state vendute ai tabloid.
Harry è pure fortunato, perchè sia la famiglia che la sua ragazza, invece di sfancularlo, gli stanno vicino.
Harry ci dice che non viene neanche cacciato dall’esercito (egrazie alla pippa, Harry, tua nonna è il capo, facile così). Anzi, i soldati, si spingono oltre:
In tutto il mondo, uomini e donne delle forze armate posarono nudi o quasi […] e postarono le foto online in segno di solidarietà con il principe Harry.
Senti Harry, placati. Ma solidarietà di che, che hai fatto tutto da solo?
Stando in tema esercito: un capitolo orrendamente lungo è dedicato a lui e al suo servizio militare. Harry, tesoro, non so come dirtelo, ma ti hanno messo nelle retrovie, perchè poi la senti tu la Regina se le accoppano il nipote. A parte questo, io non posso dare giudizi imparziali perchè sono antimilitarista, quindi leggere di Harry che uccide i kattivi per me è assurdo. Cerca di giustificare le morti di cui è responsabile, ma sotto sotto ne è quasi compiaciuto e quindi non risolviamo nulla.
L’uccisione di 25 persone per lui è senza infamia e senza lode. Non c’è approfondimento, non c’è analisi, non c’è riflessione. Non c’è nulla, se non pagine di ripetute auto-pacche sulla spalla per dirsi che è proprio bravo.
Ma passiamo ad argomenti ben più interessanti: Harry parte per un nuovo viaggio al Polo Sud. Ma ora è pronto e, memore delle disavventure precedenti, oltre a portarsi biancheria intima più imbottita
…un caro amico commissionò a una sarta un cuscino da pene su misura. Squadrato, sostenitibo, ricavato da scampoli di soffice viscosa e…
Ho detto abbastanza.
Quanto hai ragione, Harry, hai detto più che abbastanza.
Il cuscino da pene comunque è un nuovo MUST per il viaggiatore WINTER 2023.
Ma adesso passiamo all’ammmmmore. Perchè Harry, nonostante la stampa avversa, ha un solo sogno: sposarsi. E il matrimonio del fratello lo spinge a riflessioni amarissime:
Ero forse la persona che lo desiderava più di ogni altra, sposarmi, mettere su famiglia, e non sarebbe mai successo. Con una buona dose di stizza pensai: “L’universo è ingiusto”.
Sentite, se Harry vuole iniziare a scrivere romanzi rosa, io approvo. Secondo me questo potrebbe essere l’inizio di un epic love story con protagonista una trentenne single che, a fine romanzo, trova l’amore.
Il dramma della singletudine è acutizzato da commenti beceri, come il giornalista che gli dice:
“La gente comincia a paragonarla a Bridget Jones”.
perchè, alla soglia dei trenta, non è ancora sposato!!
Io voglio i nomi. Voglio i nomi di quelli che hanno paragonato Harry a Bridget. Perchè almeno Bridget non è una lagna ed è simpatica.
Prima di arrivare all’incontro con l’Angelo (aka Meghan Markle), però, Harry cerca di sembrare “uno di noi”, scrivendo che a lui non è mai interessata la moda, anzi:
Per gli abiti casual da indossare tutti i giorni andavo da TK Mazz, il discout. Apprezzavo in particolare i saldi annuali, quando c’erano un sacco di capi Gap o J. Crew che erano appena fuori stagione o leggermente danneggiati.
Ma vaffanbrodo, va. Davvero, amico, smettila. Smettila di fingere di essere uno con le pezze al culo, se poi alle cerimonie indossi abiti che valgono migliaia di dollari. Smettila e, poi, soprattutto: ma c’hai una barca di soldi e invece di comprare nelle bottegucce indipendenti, promuovere il lavoro artigianale, vai nelle grandi catene? Ma in che modo questo ti dovrebbe rendere una persona migliore o più abbordabile? Ti dico la verità, Harry, avrei preferito se mi avessi scritto che i tuoi abiti sono fatti solo di rarissimo pelo di lama andino che si nutre esclusivamente si latte di soia pastorizzato.
Comunque, nuovo dramma a Palazzo: entrambi i fratelli vogliono occuparsi dell’Africa. Cioè, come forma di “lavoro” – che suppongo sia volontariato – entrambi vorrebbero fare cose legate all’Africa. Questo scatena una guerra intestina sanguinosissima, in quanto:
Era tutto chiarissimo. Quello che più gli interessava non era tanto trovare il suo scopo o la sua passione ma piuttosto vincere la sua eterna competizione con me.
L’unica cosa chiarissima è che sei pesante.
Figliuolo, ma questo complesso lo vogliamo curare? Hai speso un’infinità di pagina a spaccarci le balotes con Africa di qui, Africa di là, ma non è che sei l’unico a cui può interessare il Paese.
Capite la pochezza di una persona che accusa il fratello di volerlo escludere da un progetto di beneficenza unicamente per osteggiarlo? Ma quanti anni hai, Harry, cinque?
Finalmente incontra Meghan, l’amore della sua vita, ma ovviamente non tutto è idilliaco: prima del matrimonio Kate e Meghan hanno una discussione accesa sui vestiti delle damigelle. Oh mon Dieu, come faremo.
E poi Willy e Kate, a sentir Harry, si sono offesi perchè i neo-sposi non hanno fatto loro i regali di Pasqua.
Ma anche Harry e Meghan hanno da che dire: Will e Kate infatti avevano osato spostare i posti al tavolo del matrimonio! OMAMMAAAAAAAAAAA la tragedia incombe.
La coppia non riesce a vivere bene, e sono perseguitati dalla stampa. Ma non come tutti, no, secondo un funzionario:
Questo diluvio di odio e bugie era inedito nella storia britannica, disse. “Sproporzionato rispetto a qualunque cosa io abbia mai visto”.
Va bene Harry, siete le persone più perseguitate sulla faccia della Terrra.
E così si giunge alla decisione fatidica di abbandonare la madrepatria; il pensiero dei sudditi lo fa vacillare, anche se solo per un momento:
…sapevo che molti inglesi sarebbero rimasti scioccati, rattristati e questo mi fece torcere lo stomaco. Ma ero sicuro che, a tempo debito, quando avessero scoperto la verità, avrebbero capito.
Certo Harry, erano tutti in piazza a piangere quando te ne sei andato.
Purtroppo la coppia non può vivere serena. Il Palazzo minaccia di tagliare loro i fondi. Basta che uno sputi merda sulla propria famiglia in tv e vada a vivere dall’altro lato del paese, e subito viene quasi diseredato. E sottolineo quasi, perchè:
Da quel momento eravamo spogliati di tutto, con l’eccezione di qualche patronato.
Vaffanbrodolo Harry, lo tiri proprio fuori.
Il Palazzo è crudele oltre ogni dire, e li minaccia di privarli delle guardie di sicurezza. Cioè, Harry, vuoi fare l’eroe, vuoi andare in giro per il mondo, ma comunque ti aspetti che il Palazzo sovvenzioni pure le tue guardie? Ma tirali fuori quattro soldini.
Durante l’ultimo, sofferto, incontro tra Carlo e i suoi figli, Harry fa la vittima perchè la stampa lo tratta male. A quel punto, giustamente dico io, interviene William, mio eroe:
Willy mi chiese da quale pulpito venisse la mia predica sulla collaborazione con la stampa. E che avevo da dire sulla mia chiaccherata con Oprah.
E c’ha ragione, Harry. Non puoi insultare solo i giornalisti che scrivono articoli che non ti piacciono, ma poi usare lo stesso mezzo per lamentarti.
Non rompere le palle e dedicate alla coltivazione delle orchidee.
Peccato, perchè lo scrittore è bravo e ha tirato fuori un capolavoro come Open, quindi se gli fosse stata lasciata briglia un pochino più sciolta avrebbe potuto scrivere una lettura piacevole.
Invece deve aver avuto il freno tirato dall’inizio alla fine, e il risultato è un polpettone noioso e dimenticabile.
E, soprattutto, a me Harry stava simpatico. Ma dopo questo libro ho rivalutato tantissimo William, che s’è dovuto trascinare ‘sta palla al piede per decenni, salvo poi vedersi insultare in un libro.
Comunque, l’unica spiegazione che mi sono data per questa pubblicità – serie tv, libri, interviste – è che Meghan e Harry siano senza fondi. E quindi adesso pur di racimolare qualche milioncino sono disposti a fare qualsiasi cosa: aspettate e, a breve, li vedremo entrambi al Grande Fratello.